I meravigliosi grani antichi

 


Molti anni fa, uno dei miei allievi più brillanti (Luca Traverso) mi raccontò le esperienze che aveva vissuto presso l’Università dei sapori di Perugia, centro di formazione gastronomica dove si tengono eccellenti corsi anche sul tema pizzeria/arte bianca. Fra pizze al piatto, in teglia, al metro e alla pala aveva infatti acquisito una meravigliosa dimestichezza coi preimpasti, la pasta da riporto, il poolish, la biga e sù sù fino alla pasta madre, quel crescente naturale che - custodito nelle madie - permise alle massaie di traghettare ricette salate e dolci (fra cui in Liguria a fügassa e ö pandöçe zeneize…) attraverso i secoli, prima di Pasteur e di Liebig. Anche l’autolisi era tema in grado di avvicinarci (in sintesi, l’autolisi è il processo di disintegrazione delle cellule dopo la loro morte avvenuta per opera degli enzimi. In arte bianca fu intuizione del francese Raymond Calvel, di fatto un pre-impasto che sfrutta l’autoevoluzione del glutine. Si percorrono 3 fasi: a)miscelazione iniziale farina+una parte dell’acqua; b)riposo (da 20 minuti a 24 ore); c)impasto finale*).

Preimpasti e non solo. Promuovo da sempre e con forza i grani antichi perché s’intrecciano proficuamente – a maggior ragione in un’epoca di intolleranze, disturbi e malcostumi alimentari – al tema delle farine integrali e semintegrali macinate a pietra, ai “mulini” di qualità che lavorano davvero il biologico, ai panificatori che “riscoprono” il passato senza la chimica…

L’Italia visse una stagione prestigiosa dal momento in cui Nazareno Strampelli trovò le risorse e le “sponde” per aprire (1919) l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, che era dotato di una sede centrale a Roma e alcune stazioni fitotecniche sparse sul territorio nazionale. Al celebre agronomo-genetista dobbiamo ibridazioni per innesto e impollinazioni incrociate che furono alla base, solo per citare il caso più eclatante, di quel “senatore cappelli” che oggi è uno dei grani duri ovunque più apprezzati (e per fortuna presenzia anche molti scaffali della GDO).

Qualche tempo fa ho pubblicato (la mia ricerca va avanti da decenni) una fra le liste che presumo più complete di questi grani antichi, o ritrovati che dir si voglia, per sensibilizzare i consumatori verso acquisti più consapevoli, materie prime più salutari, filiere più brevi, e quant’altro. La trovi al link lista grani antichi.

Umberto Curti, BioVoci

* vedi ad es. la strepitosa baguette in P.Giorilli-E.Lipetskaja, Panificando, ed. Lucisano, 2003, p. 198

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