Conversazione con Alessio Bixio, videomaker

 

alessio bixio, videomaker

Conversazione con Alessio Bixio, videomaker

Descrivi te stesso come una persona via via sempre più “incline” al trekking, all’Appennino, alla terra. Come va materializzandosi questa tua attitudine?

Era da anni che, a periodi alterni, cercavo una casa con terreno nei dintorni di Genova, ma non riuscivo a trovar niente che mi soddisfacesse. Il processo ha preso un’accelerazione con il “lockdown” forzato del 2020 durante il quale, abitando in città, si è acuita per me l’esigenza di avere un pezzo di terra, anche solo per camminare e respirare liberamente. Gesti semplici e naturali, impediti però in quel periodo. Nel 2021 mi sono dovuto fermare dal lavoro per più di un mese e ho trascorso quel periodo nella casa dei miei nonni materni in Piemonte, nell’Alto Monferrato. Era autunno, le vigne avevano preso la tipica colorazione gialla e rossa con una infinità di sfumature. E così mi sono innamorato della zona e ho iniziato a pensare di aver trovato quello di cui sentivo il bisogno. Non me ne ero accorto prima ma possedevo già quello che cercavo. E pensare che fino a pochi anni prima ero intenzionato a vendere quella casa perché inutilizzata da anni dalla mia famiglia! Così ho fatto subito arrivare l’acqua nel terreno e poi ho realizzato un orto. L’ambiente è collinare, sul limitare della pianura, con la presenza di qualche fiume e grandi vette all’orizzonte: una “terra di mezzo” che può offrire molto. E’ l’Appennino, che ho iniziato a conoscere un po’ più da vicino anche nei miei viaggi, dapprima in bici e poi, dal 2015, a piedi, quando ho iniziato a fare cammini a tappe. Da lì in avanti non mi sono più fermato. Ho trovato in questo tipo di viaggio quello che più si avvicina al mio modo di “sentire”. Sono cammini che, grazie al ritmo lento dei propri passi, danno il tempo di fermarsi e conoscere i luoghi e le persone. E mi avvicinano ad un mondo “antico” che ancora sopravvive nei piccoli paesi, un mondo autentico, che resiste nonostante nuovi regolamenti, tassazioni e tecnologie.

Camminare: mi regali alcuni significati che tu connetti in profondità a questo verbo e movimento?

Camminare per me è rallentare il ritmo. E’ tornare ad osservare, assaporare, gustare. E’ fermarsi.  E’ raccogliere. E’ trovare qualcosa in terra che non avresti visto andando in auto, in moto o anche in bici. Camminare per me è tendere all’essenziale. Nello zaino vorresti mettere tutto quello che potenzialmente ti potrebbe servire, ma sai anche che lo zaino deve essere il più leggero possibile perché dovrai portarlo sulle spalle tutto il giorno e per più giorni. Sei costretto allora a scegliere, a lasciare a casa il superfluo. Camminare per me è scambio, condivisione. Puoi camminare in gruppo, puoi camminare con qualcuno che conosci, puoi camminare con qualcuno che non conosci. Puoi camminare da solo. Ma incontri sempre qualcuno. Camminare per me è ascoltare il corpo. Ti insegna a rispondere subito ai messaggi che arrivano dai piedi o dalle spalle, e a prendertene cura. Senti la fatica e impari a dosare le forze. Camminare per me è anche silenzio. E’ riuscire a stare con se stessi. E’ lasciare che il cammino ti alleggerisca dal peso dei pensieri. E’ lasciarsi guarire. Camminare per me è sentirsi liberi.

Quali sono i luoghi, le tradizioni, le storie personali che fin qui più ti piacerebbe condividere con BioVoci?

Il punto di partenza potrebbe essere l’Alto Monferrato, dove trascorro molto del mio tempo libero, ma essendo una persona curiosa e facilmente soggetta a distrazioni sono possibili divagazioni in qualche valle limitrofa... In questi territori gli spunti non mancano. Le storie sono quelle di chi resiste. Come la storia di chi ha recuperato dall’abbandono antichi vigneti e ora produce un vino pigiato con i piedi utilizzando trattamenti biodinamici. Oppure la storia di chi ha vissuto per molti anni all’estero e poi è tornato ad abitare una valle spopolata per coltivare grani antichi * e fare il pane. Due esempi di piccole grandi storie da raccontare.
* su Ligucibario sono presenti innumerevoli contenuti sui grani antichi, ad es. al link https://www.ligucibario.com/ligucibario-da-sempre-amico-dei-grani-antichi/ 

Tu sei un videomaker, un documentarista, guardi la realtà anche dietro la macchina da presa. Hai qualche progetto tutto tuo in termini di racconto, di sostenibilità, e di biodiversità?

Le idee prendono origine dalle persone che ho conosciuto o dalle esperienze che ho fatto nel corso degli anni. Vorrei riuscire a dare voce ai testimoni di biodiversità, a chi resiste all’avanzare dell’omologazione, a chi sceglie ancora di far prevalere la Natura rispetto alla tecnologia. L’intenzione è far conoscere queste esperienze anche perché siano replicabili in altri contesti. E in quest’epoca così traboccante di immagini mi piacerebbe farlo esclusivamente tramite interviste audio che aiutino a concentrarsi solo sul contenuto. Ad ogni modo non metterei limiti, può nascere qualcosa anche lasciandosi guidare dall’ispirazione del momento o da un incontro inaspettato.

Intervista a cura di Umberto Curti, BioVoci

 

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