Conversazione con Davide Fiz - SmartWalking

 

PHOTO CREDITS: DAVIDE FIZ PER SMARTWALKING

Care Lettrici e Lettori di BioVoci, ho il piacere di introdurre Davide Fiz, creatore di Smart Walking, con le sue stesse parole:

Davide Fiz, classe 1976. Laureato in Economia all’Università di Pisa con una tesi sulla conservazione e lo sviluppo sostenibile nei parchi. Ho sempre lavorato come freelance – sales manager – per diverse aziende in ambito nazionale.…Le mie grandi passioni sono i viaggi, la fotografia e il calcio…

Quando nel 2021 la mia vita personale ha iniziato a correre, ho iniziato a muovermi anch’io.

…Da marzo a ottobre 2022 ho percorso 20 cammini in Italia, un cammino per ognuna delle 20 regioni, camminando di mattina e lavorando in “smart working” al pomeriggio, da luoghi sempre diversi….

…Da marzo a ottobre 2023 c’è stata la seconda edizione “Smart Walking coast to coast: cammini che attraversano, cammini che uniscono”, mentre il tema dell’edizione di quest’anno è “Back to the roots” (i 2024 è l’Anno del Turismo delle Radici”)…

 

LUISA PUPPO: La mattina si cammina, il pomeriggio si lavora. “Smart Walking for Smart Working” è il claim del tuo progetto, che mixa temi assai cari a BioVoci: stili di vita attivi e sostenibili, valorizzazione delle aree interne, e turismo slow rispettoso dei luoghi e delle comunità. Il tutto, alla ricerca del work-life balance

 

DAVIDE FIZ: Appennino e bellezza della vita all’aria aperta, libertà e natura: sono valori importanti per me da quando bambino trascorrevo la villeggiatura estiva a Palo, frazione di Sassello (SV), nell’entroterra della Riviera di Ponente. Come ho scritto nel blog, lavoro in smart working da un decennio, cammino da sempre, mi piace più di un semplice “faccio trekking quando ho tempo”. Voglio la lentezza, gli incontri, il guardare, e voglio poterlo fare quotidianamente.

Ma naturalmente ciascun progetto di work-life balance è “personale”, soggettivo. Mi è stato possibile trovare questo equilibrio lavoro/tempo per motivi contingenti, in primis avere una casa di proprietà (ergo niente affitto, né mutui…). Posso gestire il mio bilancio economico intervenendo sul superfluo, tagliando le spese, “levando cose”: meno oggetti, più esperienze, io sono un fautore della dematerializzazione (abbiamo davvero troppo, il benessere è talora eccesso). Questa scelta di vita si è rivelata positiva – personalmente e professionalmente - e mi ha accompagnato nel processo di “abbandono” dell’inutile.

 

LUISA PUPPO: Vivere meglio consumando meno, la “decrescita felice” descritta da Maurizio Pallante, che ho avuto il piacere di intervistare per BioVoci in questi giorni (stay tuned, la conversazione sarà online a breve)…

DAVIDE FIZ: sì, Smart Walking mixa decrescita felice e tecnologia, cogliendo opportunità del digitale. Non a caso è coevo rispetto al fenomeno post covid delle “grandi dimissioni”, da molti visto come un’opportunità per riflettere e finalmente dedicarsi a quanto spesso viene trascurato, come ad esempio la ricerca della qualità della vita. Questi due anni di progetto mi hanno confermato che la qualità della vita è maggiore nelle aree interne, anche in termini di socialità: specialmente al centro sud, è ancora forte lo spirito di comunità nei borghi.

Come vedi uso spesso “progetto” in quanto è stata la parola chiave per il successo dell’iniziativa. Fin dall’inizio l’ho concepito come tale, con una dimensione strutturata di pianificazione. Come tale è stato percepito e apprezzato anche dai media, e dagli sponsor che via via lo hanno iniziato ad accompagnare.

 

LUISA PUPPO: a proposito di tecnologia, qual è - nella tua esperienza - la performance delle aree interne riguardo alla copertura della rete internet? Sia Annibale Salsa, sia Luca Mercalli collocano le infrastrutture digitali (e fisiche) come prioritarie rispetto ad ogni altra ipotesi di sviluppo…

DAVIDE FIZ: Il mio è un progetto pianificato a tavolino: percorsi, tappe, alloggi e un focus attento sulle connessioni digitali. Va detto che per le mie necessità (scaricare email, telefonare, navigare su internet) basta una connessione anche non ultra-performante… Comunque, facendo tappa nei paesi, tra Eolo e hot spot 5g me la cavo. Sono pochissime le potenziali tappe non connesse – in questi rarissimi casi (no rete telefonica, no copertura internet) evito.
Rispetto alla connessione internet, nelle aree interne trovo decisamente più critico il tema del trasporto pubblico (orari, intermodalità) e quello dei collegamenti stradali.

 

LUISA PUPPO: urgenze peraltro centrali anche nell’ottica dello sviluppo turistico di questi territori. E qui si apre il capitolo turismo lento

DAVIDE FIZ: nel 2023 sono stato invitato da un bed and breakfast dell’Alto Casertano, che si promuove come “Rural Hub”, a trascorrere qualche giorno alla scoperta del territorio e delle esperienze a contatto con la natura. Questo soggiorno ha favorito lo sviluppo di una rete di contatti e relazioni, da cui nasce l’idea progettuale (lancio previsto nel 2025) “Il cammino dei nomadi digitali”. Una porta di ingresso sui territori, evoluzione del concept di cammino: non la camminata in sé, ma fermarsi nei luoghi per periodi più lunghi, di alcuni mesi. Da turista lento ad abitante temporaneo di un luogo. Una sorta di upgrading del turismo lento: il lavoratore itinerante (digital nomad) che si sposta in tutte le stagioni è un target nuovo e interessantissimo soprattutto per le aree interne.

LUISA PUPPO: a proposito di aree interne, Liguria

DAVIDE FIZ: … se ci sei batti un colpo. Cito solo l’Alta Via dei Monti Liguri, l’emblema di come un tracciato non rappresenti “in automatico” un prodotto turistico. Si può dare (fare) di più. Molto di più.

LUISA PUPPO: Il tuo è un esempio di quei “nuovi lavori/sbocchi professionali” legati al mondo di internet di cui ho parlato con Luca Mercalli (che come noto è salito a vivere ad Oulx…) durante la nostra conversazione di giugno. Professionalità che possono e vogliono svolgere la loro attività lavorativa in aree rurali e/o montane. In tal senso, cosa consiglieresti a chi – magari – in questo momento sta pensando di dare una svolta alla propria vita?

DAVIDE FIZ: Di ricordarsi sempre che le cose possono cambiare. Il primo passo da compiere è mettersi in gioco, uscire fuori dalla propria comfort zone, che spesso è una gabbia – anche se apparentemente confortevole.

Di cambiare il modo di vedere la vita, puntare sulle relazioni e non sulle cose.

Di rallentare, dematerializzare, amare la lentezza.

Di scoprire ed esplorare luoghi non mainstream.

 

LUISA PUPPO: la micro-geografia come antidoto alla globalizzazione del viaggio...

DAVIDE FIZ: esattamente! Due esempi al volo dall’esperienza personale. Ho percorso la Via Spluga, un sentiero escursionistico-culturale tra Thusis e Chiavenna, area-crocevia tra i popoli grigionese, reto-romancio, walser e lombardo. Durante il cammino ho “scoperto” Palazzo Vertemate Franchi, un gioiello rinascimentale del quale – confesso – non sapevo nulla. È come se noi italiani ci fossimo “assuefatti” alla bellezza, indifferenti e sbadati non la “vediamo” più.

Sempre di recente mi trovavo con un amico nell’entroterra del Tigullio sopra l’abbazia di Borzone, nella frazione di Castagnello, un antico borgo di case in pietra ed essiccatoi di castagne. Qui, una signora di circa ottanta anni ha preparato per noi una torta baciocca, ovvero di patate, cuocendola poi all’interno di un essiccatoio, sopra foglie di castagno (la foglia è la teglia, sui mille usi del castagno clicca castagno, breve storia dell'albero del pane di Umberto Curti, ndr), coperta dalla tradizionale campana di ghisa.

Allo stesso amico - che ha scelto di vivere in un’antica e remota borgata nell’alto Appennino ligure - ho detto “qui sei fuori dal mondo”.
Lui ha risposto: “Sicuro?”. Mi ha fatto riflettere, forse “fuori dal mondo” è il modello di sviluppo urbano che ormai subiamo in città…

La stessa città da cui corro via verso luoghi come questo, dove mi sembra di viaggiare a bordo di una macchina del tempo. “Raccolgo e racconto storie di restanza/di ritorno”.

 

LUISA PUPPO: Da Stefano Mancuso (Fitopolis. La città vivente) a Carlos Moreno (la città dei 15 minuti) oltre alla diagnosi possiamo approfondire anche prognosi operative sui modelli urbani sostenibili – e auspicabili…

Davide, grazie di questa conversazione ricchissima di spunti e progettualità.

Buon cammino!
Ti aspettiamo gradito ospite a Calizzano, tra immense faggete silenziose e tecci!

 

Luisa Puppo, BioVoci

 

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