Di de-tech ed agriturismi…
Dal crudo al cotto al carbonizzato, vien da dire…
Numerosi
Paesi, fra cui non a caso
Quantomeno per la durata di alcuni giorni, dunque, less is
more.
Pur senza estremizzare tale tendenza, gli agriturismi
possono confermarsi come strutture molto coerenti ad una vacanza davvero altra,
distensiva, proprio perché rurale e “caratteristica”,
- per stili e arredi
- per spazi comuni interni ed esterni (sala letture, solarium…) e nelle stanze/appartamenti
- per gestioni improntate alla sostenibilità ambientale, ai risparmi energetici, idrici… Dunque raccolta differenziata, esclusione di materiali non biodegradabili, ecc.
- per servizi ad hoc (noleggio attrezzature escursionistico-sportive, rimessaggio bici, cestino per colazioni al sacco, cartine altimetriche, ecc.)
- per momenti di edutainment mirati (visite guidate, fattoria didattica per scolaresche…)
- per colazioni del mattino, menu e cestini/merende a base di prodotti genuini, vini territoriali, eventi e degustazioni con possibilità d’acquisto
- per corner e spazi informativi sui patrimoni culturali e ambientali dell’area, eventi e trasporti, cassettina/bacheca dei suggerimenti…
- per front line complessivamente “formati” (lingua inglese, interculturalità, targeting…, in un’ottica di miglioramento continuo).
Il successo degli agriturismi e delle fattorie didattiche, strutture ormai “multifunzione”, poggerà sempre di più sulla loro propensione a sperimentare e garantire, non solo alle scolaresche, vere offerte di edutainment (anche enogastronomico) ad alto tasso di naturalità. Alimentarsi, è stato rimarcato da Wendell Berry (scrittore ambientalista statunitense), rimane anzitutto un atto agricolo. Viva gli agriturismi, vien dunque da aggiungere, “autentici”, nei quali verdure e uova provengano dal terreno e dal pollaio attigui (o da poco distante)…
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