Turismo verde, istruzioni per l’uso. Parte 1
Anche in Italia da alcuni decenni le forme di turismo
cosiddetto “green” (infiniti i sinonimi per alludere comunque ad un turismo naturale,
amico, ambientale, sostenibile, alternativo, etico, soft, ecologico, green,
responsabile, consapevole, a basso impatto…) hanno veicolato specifici
interessi verso le aree agricole e le produzioni ortofrutticole, oltre che
silvo-pastorali, sino ad ieri alquanto neglette dall’offerta turistica.
La Liguria alpino-appenninica, delle vaste foreste, della
cucina malgara, della civiltà del castagno, delle vie del sale dal mare alla
Padanìa, dei muretti a secco, delle cultivar salvate o recuperate potrebbe
candidarsi al proscenio, e – al contempo – “reclamare” un moderno disegno di
marketing cui infine conformarsi…
Gia nel corso del 2005, WTO (Organizzazione Mondiale del
Turismo, oggi UNWTO) ed UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente)
avevano redatto l’ancora attualissimo Making Tourism More Sustainable. A guide for policy makers. Esso conteneva 12 obiettivi (il grassetto, non il testo, è
mio) adottati o in via d’imminente adozione da alcuni Paesi, che testimoniavano
la centralità di un approccio ai temi sempre più trasversale e condiviso in
termini di:
- vitalità economica: assicurare la vitalità e la competitività delle destinazioni e delle imprese turistiche in modo che possano continuare a prosperare e a produrre benefici nel lungo termine
- prosperità locale: massimizzare il contributo del turismo alla prosperità della destinazione ospitante, compresa la quota della spesa dei turisti sia trattenuta localmente
- qualità del lavoro: rafforzare il numero e la qualità dei posti di lavoro creati localmente e sostenuti dal turismo, compreso il livello delle paghe, condizioni di servizio e la disponibilità verso tutti senza discriminazione di genere, razza, disabilità o altro
- equità sociale: ricercare un’ampia distribuzione dei benefici economici e sociali dal turismo in tutta la comunità ospite, comprese le opportunità di miglioramento, reddito e servizi disponibili per i poveri
- soddisfazione dei visitatori: offrire una sicura, soddisfacente ed appagante esperienza per i visitatori, disponibile a tutti senza discriminazione di genere, razza, disabilità o altro
- controllo locale: coinvolgere e dare potere alle comunità locali in materia di pianificazione e di decisione politica sulla gestione e sul futuro sviluppo della loro area, nella consultazione con altri stakeholder
- benessere della comunità: mantenere e rafforzare la qualità della vita nelle comunità locali, comprese le strutture sociali e l’accesso alle risorse, ai servizi e ai sistemi di sostegno alla vita, evitando ogni forma di degrado o di sfruttamento sociale
- ricchezza culturale: rispettare e includere tutto il patrimonio storico, l’autentica cultura, le tradizioni e la diversità delle comunità ospitanti
- integrità fisica: mantenere e rinforzare la qualità dei paesaggi, urbani e rurali, ed evitare il degrado fisico o visuale dell’ambiente
- diversità biologica: sostenere la conservazione delle aree naturali, degli habitat e della vita selvaggia e minimizzarne i danni sofferti
- efficienza delle risorse: minimizzare l’uso delle risorse scarse e non rinnovabili nello sviluppo e nella gestione dei servizi e degli impianti turistici
- purezza ambientale: minimizzare l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno e la produzione di rifiuti da parte delle imprese turistiche e dei visitatori.
Il Rapporto della Convenzione delle Alpi sul Turismo Sostenibile, peraltro redatto dal Gruppo di Lavoro costituito durante
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