Con Erika fra i narcisi dell'Antola


C'è un luogo in Liguria dove, tra fine maggio e inizio giugno, i narcisi iniziano a fiorire copiosi: si tratta della zona del Monte Antola e della Val Trebbia.

La Val Trebbia in passato fu definita il Trentino dei liguri per via dei suoi panorami mozzafiato fatti di boschi, montagne verdissime, fiumi e cascate. Oggi, come un po' tutto l'entroterra della nostra regione, risente dell'abbandono dei paesi di montagna da parte della popolazione, in favore delle grandi città… E' una di quelle valli che offrono fantastiche esperienze in tutte le stagioni, ma quella primaverile regala magnifiche fioriture soprattutto nel vasto pianoro di Pian della Cavalla.

Siamo anche in zona Parco Naturale dell'Antola, a metà strada tra il Comune di Fascia, che con i suoi 1118 m slm è il più alto della Liguria, e Gorreto, ultimo Comune della città metropolitana di Genova al confine con l'Emilia Romagna e la provincia di Piacenza (e se vi appassionano prodotti e ricette tipiche – in questo caso il formaggio casareccio di Gorreto, il sarazzu, i canestrelli di Torriglia, la torta pai… - digitate su Google “Ligucibario val Trebbia”).

Pian della Cavalla è ritrovo ogni anno di appassionati e camminatori che lo raggiungono per ammirare la meravigliosa distesa di narcisi (Narcisus Poeticus) che inonda letteralmente tutto il pianoro.

La fioritura avviene anche grazie al preziosissimo lavoro di alcuni abitanti della zona, che ogni anno si occupano dello sfalcio dell'erba e della raccolta del fieno, favorendo così la crescita di questi profumatissimi fiori bianchi e d’altre specie protette tra cui le orchidee spontanee e gli asfodeli bianchi.

Fino ad una trentina di anni fa la fioritura era talmente abbondante e fitta che tutta la zona assumeva un colore bianco candido, tale da sembrare quasi ricoperta di neve.

Oggi, cambiamento climatico e continua raccolta (scellerata) dei fiori da parte dei visitatori, han fatto sì che le fioriture siano di anno in anno sempre meno abbondanti; motivo per cui i narcisi sono diventati una specie parzialmente protetta.



Narcisus Poeticus – la leggenda

Il nome della specie deriva dalla leggenda mitologica greca di Narciso (Narkissos) ma anche dal termine narkào che significa letteralmente narcotico; questo perché il suo profumo è talmente intenso, che può addirittura stordire.

Il mito greco narra come Narciso attraesse molti innamorati, che costantemente respingeva fino a farli desistere. Solo un giovane ragazzo, Aminia, non si dava per vinto, tanto che Narciso gli donò una spada perché si uccidesse. Aminia, obbedendo al volere, si trafisse l'addome davanti alla sua casa, avendo prima invocato gli dei per ottenere una giusta vendetta. La vendetta si compì quando Narciso, contemplando in una fonte la propria bellezza, restò incantato dall’immagine riflessa, innamorandosi perdutamente di se stesso. Ahimè Narciso, preso dalla disperazione e sopraffatto dal pentimento, prese la spada che aveva donato ad Aminia e si uccise trafiggendosi il petto a propria volta. Dalla terra sulla quale fu versato il suo sangue, si dice che spuntò per la prima volta l'omonimo fiore.


 

Itinerario

Ci sono molti modi per raggiungere Pian della Cavalla, il più conosciuto e semplice è sicuramente il sentiero poco impegnativo che inizia da Casa del Romano, nel Parco Naturale dell'Antola.

Quello più affascinante, e che io stessa preferisco, è sicuramente il percorso ad anello con inizio dal paese di Fontanarossa, una frazione del Comune di Gorreto, nella città metropolitana di Genova.

Fontanarossa

Fontanarossa si trova a circa 943 m slm, alle pendici del Monte della Cavalla (1328 m), tra le valli dei torrenti Cassingheno e Terenzone, entrambi affluenti del fiume Trebbia.

E' una piccola località montana che conta poco più di 50 abitanti. Secondo alcune fonti, nacque qui Susanna Fontanarossa - o meglio Susanna da Fontarossa - madre del celebre esploratore Cristoforo Colombo.

Anticamente il toponimo era “Fontana Rubra”, in epoca medievale fu soggetta alla famiglia ghibellina dei Malaspina, successivamente ai Fieschi ed infine alla famiglia dei Doria; famiglia che costruì qui un poderoso palazzo, adibito a corte di giustizia con tanto di prigioni e camere di tortura. Ad oggi purtroppo, di questo poderoso palazzo restano solo ruderi che via via rischiano di crollare fino a farlo ahimè scomparire del tutto…

Fontanarossa, come moltissimi paesi della Val Trebbia, è stata, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, teatro di sanguinosi e feroci rastrellamenti tedeschi per la cattura di rifugiati ebrei e soldati alleati. Non lontano fu istituita la “Repubblica di Torriglia”, e la vicina Fascia fu una delle capitali della resistenza partigiana.

Se passate di qui, non potete non fermarvi al negozio di alimentari del paese; il suo proprietario, Andreino, vi farà assaggiare la sua pancetta fresca che da oltre 40 anni produce insieme alla moglie.

Dettagli tecnici

Come arrivare? Seguendo la SS45 Genova-Piacenza si arriva in Alta Val Trebbia. Tra Isola e Gorreto si abbandona la statale per imboccare la diramazione che sale a Fontarossa.

Quando andare? Per ammirare la fioritura dei narcisi solitamente si preferiscono le ultime due settimane di maggio e la prima di giugno. L'itinerario si presta anche a camminate autunnali, estive, o a ciaspolate invernali.

Cosa portare? Scarpe da trekking obbligatorie, riserva idrica, abbigliamento adeguato alla stagione.

 

Dislivello - 425 m l'intero anello

Livello E- Escursionistico (secondo la tabella del CAI)

Lunghezza e durata – 8km - 3,5 ore

Itinerario: dalla piazza della chiesa di Fontanarossa si prende una stradetta che sale decisa verso sinistra (segnavia "tratto giallo"). Superate le ultime case, la strada si trasforma in carrareccia ed entra in una faggeta. Ad un trivio si segue l'evidente mulattiera a sinistra e, salendo tra alberi e arbusti, si sbuca su un prato con abbeveratoio, fonte e area di sosta. Andando in piano verso destra si rientra nuovamente nel bosco. In breve si arriva ad un crocevia e si continua dritti al centro, su una mulattiera che sale diagonalmente tra grandi faggi, fino a raggiungere le ampie praterie di Pian della Cavalla (1300 m,), scrigno di biodiversità, dove, grazie al connubio tra lavoro dell'uomo e natura, ha luogo la famosa fioritura dei narcisi. Giunti sul ripiano erboso si piega a sinistra lungo la traccia e si guadagna lo spartiacque fra Terenzone e Cassingheno. Seguendo il crinale verso sud-est si supera una vecchia teleferica, poi si sale per panoramici prati tra gruppetti di faggi fino sulla sommità del Monte della Cavalla (1328 m). Dalla vetta si ritorna indietro fino a Pian della Cavalla: percorrendo a ritroso l'itinerario si attraversa nuovamente tutto il pianoro erboso seguendo la traccia fino ad una caratteristica conca, dove l'itinerario piega a sinistra e sale tra i faggi (segnavia "tratto giallo") giungendo sulla Costa del Fresco. In breve la carrareccia guadagna il panoramico crinale che separa la Val Cassingheno dalla Val Terenzone. Con una ripida discesa, si arriva in prossimità della strada provinciale tra Fascia e la Casa del Romano: prima di raggiungere la provinciale, si abbandona l'ampia sterrata per imboccare a destra un sentiero. Quest'ultimo si snoda a mezza costa in direzione nord-est nella Val Terenzone, sempre identificato dal segnavia "tratto giallo". Il percorso digrada progressivamente verso il borgo di Fontanarossa, dapprima in faggeta poi nel bosco misto incontrando, ormai in prossimità del paese, alcuni vecchi e maestosi esemplari di castagno, i ruderi di antichi muretti a secco e un abbeveratoio. Dalle prime case del paese, seguendo la via asfaltata, si ritorna alla piazza della chiesa. Itinerario tratto dal volume di A. Parodi e A. Schiavi "La catena dell'Antola (113 escursioni tra Scrivia, Trebbia e Oltrepo, sui monti delle Quattro Province)", ed. Andrea Parodi, Cogoleto, 2015 (www.parodieditore.it).

Gli itinerari sono suggeriti a mero titolo indicativo, secondo spunti e preferenze personali. Chi li percorresse è tenuto ad informarsi al meglio, munirsi di adeguate e recenti cartine, adottare tutte le necessarie misure per la sicurezza propria e altrui (attrezzatura, previsioni meteo…). Non si assume evidentemente alcuna responsabilità su eventuali imperfezioni dei testi descrittivi qui proposti, nonché su problematiche né incidenti o altro che derivassero dall'uso improprio delle informazioni così come da imprudenze personali.

Erika Tomei, BioVoci

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