CELIACHIA, TRA STORIA E ATTUALITA’ SCIENTIFICA
La celiachia, questa sconosciuta? Mica tanto, a dire la verità, se si pensa che già nel lontano 250 d.C. Areteo di Cappadocia si riferiva al termine koliakos, ad indicare la categoria di pazienti che soffrivano di dolori generici agli intestini * . Fu uno dei primi medici, diciamo così, vero e proprio internista, tanto che riguardo la descrizione della morbosità celiaca, osservò anche la sintomatologia diabetica, patologia questa, lo si sa ormai con certezza al giorno d’oggi, che è spesso legata all’intolleranza al glutine. Nel 1888 fu il medico Samuel Gee e nel 1945 il pediatra olandese Willem Karel Dicke a dettagliare la sintomatologia celiaca; ma è nel 1856 che il medico Francis Adams usò per primo, ed efficacemente, il termine celiaco.
* uno scheletro di
fanciulla del I secolo d.C., rinvenuto a Cosa, ha dimostrato come la causa di
quella morte fosse già stata la celiachia, si veda il dettagliato articolo su
Ligucibario® a questo link
Cos’è la celiachia? Dopo
decenni di attenti studi, in base alla definizione rilasciata da enti
prestigiosi come la European Society
for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition, la celiachia è
definita come una grave forma di enteropatia permanente su base
auto-infiammatoria, tipica di soggetti, giovani o meno giovani, in cui il
sistema immunitario dà vita ad una reazione infiammatoria eccessiva a livello
dell’intestino tenue. Se non tempestivamente diagnosticata, la celiachia porta
alla totale distruzione della mucosa dei villi intestinali del tenue, per cui
ad un totale mancato assorbimento in quella porzione dell’intestino. Ne deriva
che, se non riconosciuta in tempo, la celiachia è destinata a portare danni
permanenti e gravi al soggetto sofferente, che può andare incontro anche a
co-morbilità come il citato diabete.
Di base, la cura è abbastanza
semplice: evitare tutti gli alimenti contenenti glutine, dal latino gluten,
cioè colla, una proteina contenuta soprattutto nel grano, nell’avena, nella
segale e nell’orzo. Si può così comprendere il forte impatto alimentare nei confronti
dei pazienti celiaci che, soprattutto se in giovane età, sono mal disposti a
rinunciare a certe leccornie. Stesso discorso per adulti che, abituati da una
vita ad avere un regime dietetico di un certo tipo e vario, si trovano da un
momento all’altro a dover cambiare registro. Ma la scelta è obbligata. Per
curare la celiachia basta non mangiare alimenti con glutine, ma oltre a doversi
abituare a sacrifici e rinunce enormi, soprattutto per i più piccoli, bisogna affidarsi
a marche alimentari specifiche, e spesso costose, che permettono di usufruire
di cibi sicuri. Non bisogna sgarrare. Ogni deviazione dal percorso dietetico
stabilito porta a pericolose reazioni autoimmuni. Non basta, però, stare
attenti agli alimenti che si scelgono. È anche necessario prevenire il pericolo
della contaminazione indiretta. Per questo, pur andando da pasticcerie,
panetterie, ristoranti per celiaci, è sempre meglio informarsi di sicuro sulla
divisione totale dei forni e degli strumenti di cucina necessari alle varie preparazioni,
gettando sempre un occhio al menù dove devono essere indicati per legge gli
alimenti con allergeni presenti. Anche pochi microgrammi di glutine, immessi
nell’organismo, per alcuni individui super sensibili possono portare allo scatenarsi
di un immediato effetto auto immune, e dunque gravemente infiammatorio.
Scoprire la celiachia
nell’adulto è difficile, perché spesso i dolori addominali vengono confusi con gastrite,
colite, cioè con stress che provoca anche cattiva digestione. Nei bambini è più
facile, perché di solito presentano sintomi quali: dolori addominali, perdita
di peso, rallentamento nella crescita per scarso assorbimento intestinale,
gonfiore intestinale, riflesso gastro-colico accentuato. In più i pazienti in
età scolare tendono a sviluppare altre malattie autoimmuni correlate, come già
accennato: diabete, disfunzioni pancreatiche ed epatiche, tiroiditi, lupus
erimatoso sistemico. Valutare la celiachia? Dopo una visita accurata da un
gastroenterologo, il dosaggio degli anticorpi transglutaminasi, e l’eventuale
esame di biopsia della parete intestinale interessata, sciolgono ogni residuo
dubbio.
In definitiva, celiachia dalla
cura molto semplice, ma dalle ricadute sulla salute potenzialmente molto gravi,
soprattutto in caso di comorbilità. Il controllo dei soggetti affetti, dunque,
deve essere assiduo e costante, almeno due volte all’anno, se non di più in
caso di malattie celiaco-correlate o peggioramenti inspiegabili.
Per finire. Studi abbastanza
recenti stimano che la celiachia sia insorta intorno al 10.000 a.C. nella
regione della Mesopotamia, là dove si iniziarono a coltivare i primi cereali. Proprio
in queste zone, il nostro ormai famoso medico Areteo di Cappadocia, II sec. d.C.,
che lì soggiornava, notò i primi sintomi riferibili alla celiachia così come oggi
la conosciamo.
Giuseppe D'Amico, BioVoci
NUMERI UTILI: ISTITUTO GIANNINA GASLINI - CENTRO PER LA MALATTIA CELIACA, TEL. 01056362350 – 01056363777, PAD. 20
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