Conversazione con Francesco Imbraguglia
Francesco Imbraguglia, digital marketing |
D. Francesco, anzitutto benvenuto a bordo di BioVoci... Che cosa porti con te di questi anni di studio e di
start-up che, dalle aule di un ITS a Villa Durazzo (Santa Margherita Ligure),
dove ci siamo conosciuti, ti vedono oggi affacciato sul mondo del lavoro e del
b2b?
R. Tra le conoscenze più importanti che porto con me, dal mio
percorso di specializzazione biennale, menzionerei sicuramente tutte le
esperienze personali degli esperti del settore con cui abbiamo avuto - in aula
e fuori dell’aula - la possibilità di confrontarci. Testimonianze di
imprenditori come te e Luisa Puppo, direttori alberghieri e manager che mi
hanno preparato in maniera concreta a quello che poi sarebbe diventato il mio
lavoro. Oltre ad un ottimo bagaglio di competenze tecniche, il mio percorso di
studi mi ha permesso di acquisire anche alcune soft skills che si sono rivelate
fondamentali nell’affacciarmi al mondo del lavoro, in particolare a quello del
b2b.
D. Coi tuoi colleghi di "Cenerini Studio" (Sara Ninfo, Mario Fedriga, Tommaso Henriquet, link qui)
avete analizzato e state analizzando i siti web e le strategie social di molte
realtà pubbliche e aziendali. Che quadro complessivamente emerge in Liguria?
R. Ciò che in genere emerge, analizzando la presenza online di
varie realtà sul territorio ligure, è sicuramente la poca conoscenza dei nuovi
strumenti e mezzi di comunicazione da parte dei vari soggetti. Di conseguenza,
risulta difficile trasmettere l’importanza stessa ed il valore aggiunto che web
e social possono fornire in un quadro di marketing autentico. In particolare,
per quanto riguarda il settore social network a livello business, essendo un
“contesto” alquanto recente, emerge sovente una criticità fondamentale, ovvero
la mancata creazione da parte dell’impresa di una strategia mirata con cui
intervenire su necessità e obiettivi.
D. Da alcuni decenni Philip Kotler ci insegna che il marketing è di
fatto targeting, ascolto del cliente. E Chris Anderson che occorre transitare
da un mercato di massa ad una massa di mercati… La Liguria e le imprese cui via
via vi rivolgete di cosa soprattutto necessitano?
R. In un territorio come quello della Liguria, la priorità pubblico-privata
che si palesa è certo quella di digitalizzarsi. A differenza di non poche altre
regioni, infatti, ci troviamo per certi versi indietro rispetto a questo tema.
Lentamente però si sta virando verso una promozione di territori e imprese che
sia anche più digitale, ed è appunto per questo che occorre sempre di più una
maggior conoscenza e consapevolezza circa questi “nuovi” canali. In
particolare, l’esigenza di molte imprese - specialmente le microimprese a
gestione famigliare - è di pervenire ad una comunicazione più al passo coi
tempi, integrata ed efficace... E dunque occorrono, come dire, specialisti in
materia.
D. Si suol dire che “chi non comunica non esiste”. Ma è pur vero
che oggi si comunica anche troppo, talvolta in modalità fai-da-te che non
possono realizzare gli obiettivi aziendali. In cosa consiste l’innovatività del
vostro approccio?
Proponendo servizi di marketing digitale, ciò che ci differenzia
di più è tendenzialmente la possibilità di offrire un servizio completo. Il
nostro approccio è un kit di attrezzi, si basa sull’ascolto delle esigenze dei
clienti con cui interfacciarci, per poi creare una strategia mirata, che
includa tutti i servizi necessari, dal sito web alla grafica con cui realizzare
le depliantistiche... Questo ci permette di seguire la presenza online delle
imprese a 360°, partendo dall’identità del brand (logo, colori...), fino ad
arrivare al posizionamento sui motori di ricerca, alla gestione dei social
network, alla creazione di contenuti ad hoc (foto, video e grafiche).
D. Regala un consiglio ad un coetaneo che intenda intraprendere la
vostra professione…
R. Un consiglio che mi e ci piace dare è sicuramente quello di
specializzarsi in un settore specifico, in base a quelle che sono le passioni e
gli interessi personali. Il lavoro consulenziale infatti richiede competenze
specifiche, e talvolta anche l’opportunità di lavorare in team per offrire un
insieme di servizi il più targettizzato e completo possibile (non a caso
cooperiamo con te e Luisa Puppo…). Infine, è importantissimo non smettere mai
di formarsi, perché lavorare nel digitale richiede di tenersi sempre pronti
sulle tendenze in atto, e le novità del momento, in quanto i mezzi di
comunicazione, si sa, sono in continua e rapida evoluzione. Permettimi però anche
di aggiungere, visto che “siamo” su BioVoci, che ormai la sostenibilità è tema il
quale investe direttamente anche noi, perché come sai il digitale inquina,
emette purtroppo CO2, ha un costo “fisico”… Si inizierà concretamente ad approfondire la questione e ad agire??
Intervista a cura di Umberto Curti, BioVoci
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