Conversazione con Giuseppe D'Amico, giornalista
Giuseppe D'Amico, giornalista |
1. Caro Giuseppe, ci conosciamo da poco tempo ma sei salito a bordo di BioVoci con immediato entusiasmo. Cosa senti soprattutto in comune con le istanze che ci guidano?
R. La passione, avuta sin da
piccolo, verso la Natura, in tutte le sue forme. Normale che un blog che si
struttura sul concetto di biodiversità non potesse che attirare la mia
attenzione. Se ci si attiene alla definizione di biodiversità coniata nel 1988
dall’entomologo statunitense Wilson che la connota come l’insieme di animali,
piante, habitat, ecosistemi che convivono in armonia e in equilibrio tra loro,
al giorno d’oggi un blog come BioVoci può essere utile non solo nel richiamare
l’attenzione sulle bellezze e sulle potenzialità del mondo che ci circonda, ma
anche ergersi a sentinella della difesa di un ecosistema Terra sempre più
minacciato dall’inquinamento in tutte le sue peggiori forme, e dalle
multinazionali che tendono all’appiattimento delle ricchezze ambientali tramite
uno sfruttamento intensivo, snaturando ciò che la Terra ha di multiforme in ciò
che piace alla gente. Cioè massificazione dei consumi, contro biodiversità. Il
territorio va difeso, da qui nasce un futuro sostenibile.
2. Fake news, mass media sovente poco indipendenti, dualismi politico-economici… Regali al lettore, da giornalista, qualche primo suggerimento per muoversi – specie online - in queste jungle?
R. Eh già, welcome to the Jungle
come direbbero i Guns’n’Roses. Sì il web, da utile strumento di diffusione di
cultura di massa, è divenuto anche una macchina distributrice di fake news.
Che, davvero, ormai abbondano, e purtroppo anche, involontariamente, su siti di
prestigio. Da giornalista, posso dire che, a differenza di un tempo, la notizia
che si riceve spesso non viene più attentamente controllata e la si prende per
buona, senza verificarla, e questo perché il web vive su immediati ritmi di
comunicazione. Non solo. C’è poi chi immette con volontà notizie diffamanti o
inesatte per favorire lobby finanziarie e politiche, o chi per ignoranza si fa
portavoce di fatti inattendibili, come c’è chi distorce la realtà a proprio uso
e consumo. Come uscirne? Tornando all’antica, controllando la notizia passando
per canali ufficiali e controllati come uffici stampa, portavoci, segreterie,
siti istituzionali o amministrativi. Anche una sana e vecchia telefonata a chi
di dovere basterebbe. Questo vale soprattutto per la redazione che dirama la
notizia, ma anche il semplice utente di internet dovrebbe essere educato, ed
educarsi, a non cascare nella rete delle inesattezze online. In questo senso,
limitare l’uso dei social network sarebbe già un passo avanti. E qui preciso
meglio: non eliminarli, ma controllarli.
3. Quali sono i “paladini” della sostenibilità e della biodiversità che sin qui più avresti desiderato conoscere/intervistare?
R. Piero Angela e Sir David Attenborough sono al primo posto quando penso ai divulgatori scientifici di qualità assoluta, e ambientalisti convinti. Naturalisti veri che in più di mezzo secolo di carriera ci hanno fatto capire, con i loro documentari e i loro servizi giornalistici, l’importanza dell’ecosistema che ci circonda, come prendersene cura, come salvarlo, come tutelarlo. Due personaggi insostituibili da cui anche oggi tutti dovrebbero imparare, a partire dalle scuole...
4. Giuseppe, tu hai anche una figlia affetta da celiachia, ma sai che molte persone provano quei sintomi d’intolleranza alimentare senza però risultar celiaci. OGM, additivi, trash food… È che a tavola, ormai, si gioca al “piccolo chimico”? Che fare giorno per giorno?
R. Essere celiaci al mondo d’oggi
comporta seri problemi. Se da un lato ormai le ditte che fabbricano prodotti
per celiaci sono molte e di ottima qualità, dall’altro non si tiene conto della
contaminazione indiretta, la cosiddetta temibile cross contamination. Diversi i
ristoranti, ad esempio, dove accanto al forno di pizze per celiaci, c’è quello
per i clienti normali… Bastano pochi microgrammi di farina normale per
scatenare in un celiaco dolori addominali, vomito, dissenteria, con rischio di ricovero
in pronto soccorso. Anche qui, stop alle fake news, e in televisione parlino delle
malattie i medici, non improvvisati “alchimisti” invitati per fare audience.
Sugli additivi, poi, poco da dire (addensanti, emulsionanti, conservanti,
coloranti…). La scienza ha ormai provato che alcuni di loro procurano sicuri
danni a stomaco e intestino, alterando anche la funzionalità del sistema
immunitario che può essere portato a reagire contro l’”intruso” scatenando crisi
allergiche gravi. Senza contare che molti additivi sono studiati per rendere
più gustosi certi prodotti alimentari, i quali però, alla fine, hanno un
bassissimo potere nutritivo, un fatto dannoso soprattutto per i bambini che
devono crescere con regimi alimentari nutrienti, per essere sani e restarlo da
adulti.
(intervista a cura di Umberto
Curti, BioVoci)
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