Conversazione con Luisa Puppo
Luisa Puppo...relaxed |
Conversazione con Luisa Puppo, consulente e formatrice per il turismo
D. Luisa, con te entriamo subito
in medias res: perché BioVoci?
Beh, Umberto Curti ed io ai
tempi (inattesi e tragici) della pandemia abbiamo iniziato ad “aggregare” insieme
alcune tematiche, di cui ci occupavamo da anni (il settore viaggi, il
food&wine, la comunicazione on e offline…). Intravedendo link e possibili
sviluppi. Quel momento, in realtà, fu per noi di ripartenza, umana oltre che
lavorativa, e da parte mia – dopo 25 anni d’impresa - ho indole proattiva, sono
solita monitorare la realtà per riprogrammarmi di continuo.
D. Sono
anni di mutamento nei settori di cui ti occupi? Deregulation, digitalizzazione…
Alcune dinamiche sono assai cambiate,
e “accelerano” ancora, altre meno. E’ certo mutato trasversalmente, come ho
scritto innumerevoli volte, il modo di viaggiare, e da un paio di decenni alcune
tipologie di destinazioni ottengono ottimi risultati soprattutto se praticano qualità
ambientali, in termini di biodiversità, outdoor, tutela valorizzante delle
tradizioni, a partire ovviamente dall’enogastronomia. Permangono su ampi
territori, purtroppo, alcune criticità: giusto per dire, dissesto
idrogeologico, scarsa integrazione coste-entroterra, modesto coordinamento fra
attori (destagionalizzazione dell’offerta che alleggerirebbe i carichi di
overtourism, check personalizzati anche per “educare” al rispetto dei luoghi…).
Forse, anche alla Cinque Terre l’emergenza avrebbe dovuto esser affrontata
prima, ma meglio tardi che mai…
D. La sostenibilità (paladina
della biodiversità) è un “vincolo” o un plusvalore?
Anche la Liguria si
caratterizza, e direi in modo particolare, per un tessuto di microimprese
sovente a gestione famigliare. Esse denotano caratteri di management specifici,
nel senso che all’identificazione eroica col lavoro e allo spirito di
sacrificio si coniugano di solito basse patrimonialità, modesta attitudine al
digitale, difficoltà a far sistema coi vicini, e lontananza dal lifelong
learning, ovvero alle occasioni d’aggiornamento, che sono spesso gratuite. Io
vivo lunghi periodi tra le immense faggete di Calizzano (per fuggire lo stress
cittadino), e nelle valli Bormida, Tanaro e Mongia (bellissime) constato tante
problematiche dal vivo… Le difficoltà dei passaggi generazionali, questa
chiusura di tante storiche trattorie e botteghe di paese, che per certi versi
incarnano il più autentico made in Italy…confermano che la microimpresa – pandemie
o non pandemie – purtroppo è molto vulnerabile, specie in tempi “globalizzanti”
quali il nostro, esposta agli attacchi dei grandi gruppi. Oggi, tuttavia, 8
turisti su 10 pre-scelgono online la vacanza e le attività da svolgere, pretendono
luoghi puliti, imprese green, ospitalità ecologiche, e quindi chi non si
conforma e non lo racconta bene su web e social (con buone traduzioni almeno in
inglese…) non potrà “vendere” quasi alcunché.
D. Che fare, dunque? Si parla
molto di storytelling, parola mutuata da àmbiti anzitutto aziendali…
Benché
io sia un’anglista, e con la mia piccola associazione “Genova World” cooperi
alla divulgazione e all’internazionalizzazione della mia terra, la parola è
abusata e non mi entusiasma. Tuttavia BioVoci stesso è una “narrazione”, perché
nasce come idea di gruppo ed ospita punti di vista, interviste, libri,
docufilm… Per non parlare di Ligucibario®, la storica piattaforma
“etno-gastronomica” curata da Umberto Curti – assai seguita e apprezzata – ,
che è il più ampio e completo “alfabeto del gusto” di Liguria, un format a
completa disposizione delle comunità di appassionati (ma alcuni anni orsono
dovemmo dotarla di plug-in, perché veniva saccheggiata senza pietà da birichini
purtroppo poco adusi a citare le fonti…).
D. Sostenibilità
e biodiversità anche – e specificamente - in termini di turismo
“esperienziale”, dunque?
Su tale tema ho collaborato
bene, a suo tempo, con Regione Liguria dentro il RLFP Repertorio Figure
Professionali: il “nuovo” turista infatti desidera immergersi nel nostro
quotidiano, conoscere la nostra identità, il genius loci, partecipare delle
nostre giornate e dei nostri “riti”. La ripartenza dei viaggi conferma tali
tendenze. Molte persone si rendono perfettamente conto che – senza un’inversione
di rotta – l’antropocene, il global, l’inquinamento “estingueranno” il pianeta.
Queste persone sempre più cercano natura,
mete alternative, ricettività a basso impatto, cibi autoctoni, artigianato vero…
Sapremo formarci a garantirgli tutto
questo, anche prendendo spunto dalle best practices altrui? Sapremo
capitalizzare le nostre biodiversità? La parola spetta come sempre ai veri
esperti, non a tuttologi che s’improvvisino tourism manager. E a quando, in
Italia, la figura della “guida enogastronomica”?
D. Un’ultima
domanda, anche a carattere personale: che rapporto hai col cibo?
Sono figlia di un gourmet
mancato troppo presto, e sono moglie di uno storico dell’alimentazione, per me
il cibo (come ormai l'hiking) è in primis passione, ma poi anche lavoro: nel tempo ho partecipato a
circa 400 “gustincontri” tenuti da Umberto Curti, collaboro e talora traduco i
suoi libri, e anche nella didattica utilizzo sempre i prodotti locali e le
eccellenze DOP a filiera breve, ormai (tout se tient) noi siamo davvero quel
che mangiano, e nella mia visione il Mediterraneo è fonte d’insegnamento e di
buonessere (amo Braudel, amo Matvejevic). Nessuno mai assocerà il mio nome, o quello
di Ligucibario®, o tantomeno quello di BioVoci al cibo
spazzatura, agli OGM, agli allevamenti intensivi, ai cereali trattati col
glifosato, ai mix “pronti” di additivi chimici… Questa filosofia nutrì anche
“Genova gourmet. Storie e ricette della tradizione”, il cofanetto a schede di
ricette italiano/inglese che con Umberto Curti curai per la Camera di commercio
di Genova, e che vennero esposte – non rammento se tutte o in parte, ma di
sicuro molte – anche a Expo Milano. Ricette in cui “dominavano” le migliori
materie prime locali. A quell’Expo ce n’era bisogno.
D. Ciao
Luisa, e ti incontreremo alla “Berio”, qualche volta?
Come sai, la Biblioteca Civica
Berio di Genova è una delle istituzioni librarie più imponenti d’Europa, mi onora esser
sovente sua ospite. Un po’ di tempo fa hanno ultimato anche la catalogazione dei
circa 3mila volumi del nostro “fondo-archivio” aziendale, soprattutto a tema
Liguria, turismo, formazione… Libri che potranno giovare a laureandi,
ricercatori, cuochi, travel blogger e ospiti da fuori Liguria, interessati ad
approfondire le culture autentiche e le prospettive della mia (beneamata)
Liguria… A presto!
Intervista
a cura di Giuseppe D’Amico, BioVoci
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