A Capanne di Marcarolo, la Fiera del bestiame arriva a 23


Si è svolta domenica 28 luglio la 23ª edizione della Fiera del bestiame delle antiche razze locali, il consueto appuntamento che nell’ultima domenica di luglio anima Capanne (Cabanne in dialetto ligure) di Marcarolo, antico borgo sulle colline dell’Alessandrino e zona di scambi commerciali fin dai tempi della Repubblica di Genova. 


La manifestazione, che ha ripreso vita nei primi anni 2000, si ispira all’antica Fiera di Sant’Isidoro, principale evento locale del ‘900, quando i capi di bestiame sul territorio erano diverse centinaia. 

Ed è proprio la salvaguardia delle razze locali il principale obiettivo della Fiera, che vuole incentivare un’economia del territorio rispettosa dell’ambiente e in grado di recuperare le tradizioni del mondo rurale dell’Appennino. 


Obiettivi centrati, dato che negli ultimi anni la Fiera si è specializzata nella promozione delle razze locali a rischio di estinzione, aggiudicandosi il riconoscimento di evento a rilevanza regionale. 


Un tempo la cabannina e la montagnina (Tortonese-Varzese) erano le razze bovine più diffuse in questo territorio: due specie rustiche, resistenti alle malattie, meno produttive di altre, ma con grandi capacità di adattamento ai pascoli collinari e montani. E alla cabannina, su Ligucibario®, Umberto Curti ha dedicato tempo fa un affettuoso, dettagliatissimo “ritratto” (link qui). 


Non solo bovini, ovini, muli, cavalli, asini e conigli, peraltro, alla Fiera di Capanne di Marcarolo, ma anche stand di produttori locali, dimostrazioni di antichi macchinari agricoli e laboratori didattici per bambini. 

Elementi che aggiungono un valore storico-culturale e di promozione del territorio alla manifestazione, vero e proprio presidio della biodiversità che si estende anche alle attività umane. 

Come nel caso di Santo, cestaio 85enne di Isola del Cantone (GE), custode di un antico mestiere che sta scomparendo. 


“È un mestiere che ha bisogno di tempo. Bisogna andare a cercare il salice lungo i fiumi, farlo seccare in un luogo asciutto, immergerlo in acqua per renderlo flessibile e poi lavorarlo con le mani per creare i cesti” ha raccontato Santo mostrandomi le mani con le dita nodose che ogni tanto si bloccano, ma che dopo qualche minuto tornano a muoversi sapienti. 


La Fiera del bestiame è stata organizzata dall’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese e dall’Ecomuseo di Cascina Moglioni, in collaborazione con i Comuni e le Unioni Montane del territorio e il Settore lavori di sistemazione idraulico-forestale, di tutela del territorio e vivaistica forestale di Regione Piemonte. 

Non resta che segnarsi in agenda le date dell’edizione prossima…

Alessio Bixio, BioVoci

 

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