Un mondo a parte o parte di un mondo?

Immagine tratta da AbruzzoLive

Da appassionati cinefili, con Luisa Puppo un pomeriggio di maggio ci siamo regalati “Un mondo a parte”, pellicola diretta da Riccardo Milani e magistralmente interpretata (come stupirsi?) da Antonio Albanese e Virginia Raffaele, i quali nel finale coroneranno anche una tenera storia d’amore… 

Dopo un inizio devastante che lo ritrae, sfinito, nel caos senza speranza di Roma, il protagonista – maestro di scuola – si trasferisce in uno sperduto borgo (il mondo a parte nel titolo) di un Abruzzo montano di cui sostanzialmente sa poco o nulla. Trecento abitanti, molta neve, e una scuola pluriclasse che oramai rischia di chiudere per carenza di alunni. 

Lo accoglie la co-protagonista, una collega - assai sgamata - che dedica tutta se stessa a quel che resta dell’istituto didattico e che lo aiuta a familiarizzare con la comunità locale. Il borgo peraltro non è una cartolina, non vi si vive una vita da favola, bensì una quotidianità dolceamara, chiaroscurale, dentro cui progressivamente vengono meno i servizi, e le persone sempre più s’interrogano allarmate circa il lavoro ed il futuro che, restando, potranno sperare… 

Pian piano, il maestro giunto da altrove prenderà coscienza di ciò che è bene fare, e connoterà la propria esistenza di nuovi valori e scelte. 

Ho trovato la narrazione – malgrado una sceneggiatura a tratti “lieve” e uno sviluppo della trama assai prevedibile - nient’affatto qualunquistica, ed anzi capace di riverberare lo status di molti Appennini ed Alpi italiane, terre che tanta politica economica, purtroppo, ritiene ormai “residuali”, un mondo a parte ergo periferico, e quindi destina ad un avvenire iniquo, di senilizzazione, spopolamento, chiusura di attività economiche. 

Il film, dunque, fa riflettere su questioni quanto mai urgenti, e a mio parere, vista anche la godibilità della visione, andrebbe “condiviso” presso molte delle italiche scuole… Felicitazioni sincere da BioVoci!

Umberto Curti, BioVoci

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