Elezioni regionali, Liguria del futuro


Ci avviciniamo in Liguria alle elezioni regionali, una sfida incerta. Come sempre (non mi illudo), la piaga dell’astensionismo - mediamente non vota più 1 italiano su 2 – confermerà tuttavia la sfiducia di tanti nei confronti della politica e di tutto ciò che la circonda. Ma stavolta dire la propria alle urne sarebbe fondamentale, in primis per voltar pagina rispetto alle brutture che ci è toccato conoscere in questi mesi… Gli schieramenti vanno affrontandosi confusamente, è il consueto teatrino manicheista (io tutto bene e tu tutto male), vanno privilegiando la schermaglia, lo slogan o sovente i “grandi temi” rispetto alle millecento problematiche che quotidianamente affliggono il cittadino (sanità, trasporti, sicurezza, pulizia, inquinamento, qualità della vita…). Le quali, poi, non sarebbero sempre d’impossibile soluzione, specie se Genova-capoluogo si riabituasse a guardare altrove…

Da quasi trent’anni Luisa Puppo ed io svolgiamo una professione (marketing e formazione per il turismo e l’enogastronomia) che di continuo ci conduce sui territori, a vivo contatto con le bellezze liguri e le socioeconomie locali (1), ma anche con le infrastrutture e i trasporti carenti, col dissesto idrogeologico, con le aree interne “isolate” dall’assenza di internet, con le botteghe che chiudono… C’è tanta Liguria magnifica che va spopolandosi, tanti borghi in cui l’età media è ormai elevatissima. Con quali idee soccorrere questi mondi di montagna e ruralità?

Ligucibario®, che non da oggi ha i propri lettori affezionati, propone qui una prima decina di spunti concreti per la Liguria di domani, ed i lettori se hanno piacere mi indirizzeranno le loro opinioni in merito.

Keyword n. 1: sanità pubblica. Ripristinare progressivamente un’assistenza degna di questo nome, evitando quegli sprechi, incongruenze e privatizzazioni che in prospettiva rendono le cure un privilegio solo per abbienti.

Keyword n. 2: sostenibilità. Ovvero lotta all’inquinamento come primo contrasto al cambiamento climatico. Investimenti sul trasporto pubblico, ulteriori pedonalizzazioni nei centri città. Zero consumo di suolo. Tutela del patrimonio naturale e contrasto agli ecoreati, anzitutto boschivi.

Keyword n. 3: mobilità. Anzitutto terzo valico e raddoppio ferroviario Finale Ligure-Andora. Progressivo trasferimento delle merci portuali su ferro. Diminuzione dei disagi autostradali ed eventuale riduzione dei pedaggi.

Keyword n. 4: turismo “a misura di luoghi”, intervenendo sulle infrastrutture ed i servizi di welcoming, e regolamentando gli affitti brevi nelle località e nei quartieri più a rischio.

Keyword n. 5: sicurezza. Ovvero presidii e misure ad hoc per il centro storico di Genova e tutte le zone interessate da spaccio, mala movida, risse…

Keyword n. 6: valorizzazione dei brand locali. Ovvero commercio di prossimità, artigianato, eccellenze gastronomiche ecc. anziché ipermercati e megasuperfici.

Keyword n. 7: banda larga. Raggiungimento delle aree d’ombra, e finalmente reale connessione digitale fra “core” (amministrativi, economici) e “ring”…

Keyword n. 8: formazione professionale di qualità, sia per i soggetti in cerca di lavoro sia per le risorse umane attive nelle imprese.

Keyword n. 9: entroterra. Attenzione particolare alle aree (alpine, appenniniche…) dalle quali al momento i giovani debbono emigrare, ed alle imprese che ivi stentano nel passaggio generazionale e si pongono dunque a rischio chiusura.

Keyword n. 10: rettitudine. Ovvero cessazione delle propagande vuote, fuffarole, delle narrazioni da “Truman show” volte solo a celebrare l’azione delle maggioranze che governano.

Sogni, utopie? Nient’affatto. Tante di queste criticità non affliggono solo la Liguria… Chi come me pratica il benchmarking sa quindi che esistono ottime prassi cui ispirarsi, ottimi “casi” da cui mutuare spunti trasferibili – con gli opportuni correttivi - nei nostri contesti. Occorrono tuttavia competenza e creatività. E soprattutto occorre che al benessere collettivo non vengano anteposte le spinte corruttive, corporative, clientelari, i familismi e gli amichettismi o – nei casi peggiori – le collusioni mafiose. Saprà finalmente la “nuova” classe politica autovigilare sui conflitti d’interesse?

Buona fortuna, terra mia.

(1)a Genova ho dedicato non a caso uno specifico capitolo in entrambi i miei saggi di marketing turistico, “Alte stagioni” (ed. Erga, 2005), e “Libro bianco del turismo esperienziale” (ed. Sabatelli, 2018).

Umberto Curti, BioVoci

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