Laudato si', una enciclica sociale
Laudato si’ è la seconda enciclica di Papa Francesco *, redatta nel 2015, al terzo anno di pontificato. Si sofferma, con imperativi nuovi e possenti, sulla cura del creato e delle creature che lo popolano. Il tema portante dell’enciclica è difatti il drammatico link fra problemi ambientali e decadenza sociale, con accenti da ecologia integrale (morale umana, relazioni, dignità degli esclusi…). Papa Francesco ha non a caso sottolineato che "non si tratta di un'enciclica verde ma di un'enciclica sociale". Un’introduzione e 6 capitoli implementano pagina dopo pagina una meditazione concreta sulla crisi, naturale e umana, dell’oggi, crisi indotta da una speculazione brutale sulle risorse, e da uno “sviluppo” ** anzitutto tecnologico – tecnocratico - che ogni giorno di più va rivolgendosi contro l’uomo. Il climate change, l’urgenza siccità, la sottrazione di biodiversità, le disparità - fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri - causate da una mondializzazione controllata solo dai grandi potentati economici, l’antropocentrismo sprezzante, rappresentano solo alcuni dei temi immediatamente analizzati dall’enciclica, che confida, come detto, nell’affermarsi di un’ecologia integrale, profonda, “interiore”, che ponga l’avvenire collettivo dentro l’impegno delle persone e dentro il susseguirsi dei giorni e delle generazioni (non c’è più tempo da perdere). E’ in definitiva l’auspicio di un rinascimento totale, onde mutar rotta, evitando lo schianto, portando l’uomo e il suo way of life dentro un percorso di progresso e pace anziché di ipertrofia consumistica e di conflitti. Ha commentato Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, che «...il Santo Padre non punta il dito solo contro i potentati finanziari. Solletica tutti noi nelle piccole cose ad avere stili di vita più sobri e virtuosi ed occuparci delle incidenze nell'ambiente ma anche nei rapporti interpersonali. Lui parla in modo semplice e solo apparentemente lieve ma dicendo cose pesantissime”.
*Jorge
Mario Bergoglio
**già Pasolini distingueva non a caso fra le
parole sviluppo e progresso…
Umberto Curti BioVoci
Commenti
Posta un commento