Giornata del made in Italy

 

stampi artigianali per 'croxetti'

Il 15 aprile si celebra (dal 2024) la cosiddetta Giornata del made in Italy. Questa iniziativa mira a promuovere le eccellenze del nostro Paese attraverso eventi, mostre e iniziative di comunicazione. Ma cosa significa realmente "Made in Italy" e perché è così fondamentale per la nostra identità culturale e economica?

Sebbene il "liceo del made in Italy" (92 istituti in Italia di cui 3 in Liguria) paia sinora un'idea con le gambe corte, la Giornata del made in Italy è una stimolante occasione per ragionare di eccellenze nostrane e - purtroppo - di contraffazione ("Italian sounding" eccetera eccetera).

Certamente l'Italia è stata ed è celeberrima per alcuni settori quali l'abbigliamento, l'enogastronomia, l'arredo e design, la meccanica.

Questi settori non generano solo un'importante fonte di reddito. Vantiamo infatti un "effetto Paese", vantiamo "filiere" che originano indietro nei secoli, da quelle corporazioni di artieri - sovente famiglie che si tramandavano i saperi - di cui Richard Sennett ha parlato in un magnifico saggio, ma di cui anche la mia piattaforma Ligucibario® si è nel tempo assai occupata.

La Liguria, in particolare, è un esempio straordinario di come il Made in Italy si manifesti a livello locale. Il made in Liguria stesso, infatti, sciorina artigianati da tutelare e promuovere senza sosta (filigrana, ceramica, vetro...), food&wine "certificato" (2 DOP e 3 IGP), biodiversità, tradizioni e botteghe storiche che compongono ancora una volta un genius loci millenario e distintivo tanto agli occhi del turismo consapevole quanto dei gourmet e dei quality seekers. Ho dedicato ampio spazio all'argomento anche nel mio noto volume Libro bianco del turismo esperienziale e food&crafts.

Nella Giornata del Made in Italy vale la pena riflettere su come questi beni a pieno titolo culturali rappresentino l'antitesi del prodotto seriale, massificato, anonimo, o nei casi peggiori falsificato. Un'alternativa valida e preziosa ai beni seriali e spesso privi di identità.

Narrano storie, legami con il territorio, le persone e le tradizioni. In un'epoca di globalizzazione e omologazione, queste storie diventano un valore aggiunto, capace di attrarre consumatori sempre più consapevoli.

E, innegabilmente, vivificano quartieri e strade.

Viviamo una stagione storica spartiacque - l'antropocene - non solo dal punto di vista ambientale (inquinamento, climate change...). Accelerazioni tecnologiche, deregulation brutali, pandemie ed altro stanno mettendo a rischio economie (dunque comunità) che fino a ieri sembravano consolidate, e provocando la chiusura di molte attività (circa la crisi del commercio a Genova leggimi qui).

La Giornata del made in Italy può dunque, aldilà delle retoriche, valere come spunto per indirizzare meglio molti consumi e sensibilizzare le nuove generazioni (prima che sia troppo tardi). Un'importante occasione per educare i giovani sul valore delle nostre tradizioni e sull'importanza di preservare il nostro patrimonio culturale.

Umberto Curti

 

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