San Giovanni Battista e il solstizio


San Giovanni il Battista è patrono di molte città - e borghi - non solo italiane, fra le quali anche Genova (non è infatti San Giorgio, come molti erroneamente pensano). Figura protettrice, anzitutto, dalle tempeste, è festeggiato il 24 giugno con falò ed altri riti propiziatori che "originano" dal paganesimo. e Il giorno di San Giovanni dinanzi alle chiese si allestivano anche i mercati delle erbe.

Tutto ciò di fatto si lega anche al solstizio del 21 giugno, inizio dell'estate boreale (e dell'inverno australe). Un momento dell'anno decisivo, in cui occorreva dar forza al sole contro le tenebre, alla luce contro le forze maligne, al calore contro gli eventi climatici avversi.

Tra il 23 e il 24 giugno si "confezionava" anche la cosiddetta acqua di San Giovanni, dalle cento virtù, curativa, fecondatrice, ponendo in una bacinella (lasciata all'aperto onde vi penetri la rugiada) fiori ed erbe aromatiche presenti sul territorio, e con quell'acqua lavandosi poi mani e viso la mattina di San Giovanni. Nella bacinella entra(va)no in primis l'iperico, e secondo disponibilità gelsomino, menta, salvia, lavanda, rosmarino, malva, artemisia, fiordaliso, papavero, rosa, camomilla.

L'insieme di queste consuetudini - in tempi nei quali stagioni e ruralità erano dimensioni in totale simbiosi - faceva seguito alle quaresime pre-pasquali e ai canta/piantamaggio, e intendeva fronteggiare le negatività, le malattie, i problemi nei raccolti, le morie del bestiame, tutto quel che poteva turbare la vita comunitaria.

Da Jamez Frazer (1854-1941) in poi, grazie all'antropologia, constatiamo come certi periodi dell'anno fossero transizioni, durante le quali cogliere concretamente le energie della natura, attivare buoni umori, rendere fruttuosa l'operatività, in un contesto spirituale che connetteva anche il passato al presente.

Umberto Curti

Commenti

Post più popolari