Le interviste di BioVoci. Dottor Giovanni Casula
INTRODUZIONE
Gentili Lettrici e Lettori di BioVoci, con
questa intervista ho il piacere di introdurvi il dott. Giovanni
Casula, titolare dell’omonima farmacia di Montoggio in provincia di Genova,
nell’entroterra ligure. Giovanni e la sua famiglia, montoggini di adozione, hanno
saputo conquistare tutti i compaesani con la loro disponibilità non comune. Nella sua farmacia Giovanni perpetua una tradizione di
famiglia, coniugando la sapienza della tradizione con il percorso
dell’innovazione, con grande professionalità, genialità ed inventiva, al
servizio della comunità. Giovanni è co-autore, con Giancarlo Ferbri, del libro “E
l’erba del prato disse: ora vi racconto… noi siamo la Valle Scrivia”,
pubblicazione molto interessante che, come dicono gli autori, “è stata
scritta nella speranza che tutti noi riusciremo ad avere un rapporto migliore
con il verde che la nostra Valle Scrivia ci offre, e ad incidere sul suo futuro
per poterlo donare più bello e sicuro ai nostri figli e nipoti.” Anche in tal senso Giovanni è dunque per me, che sono una Guida Ambientale Escursionistica, un riferimento immediato, e certamente Umberto Curti e Luisa Puppo, ideatori di questo blog, ospiteranno con piacere le sue riflessioni.
1)
RICCARDO POGGIO
Buongiorno Giovanni, e benvenuto su Biovoci! Raccontaci
qualcosa di te e della tua famiglia, delle vostre origini, come siete arrivati
a Montoggio, come vi siete integrati nel paese, cosa vi piace di più di questo
stile di vita dell’entroterra ligure…
GIOVANNI CASULA
Buongiorno Riccardo, ti ringrazio molto per avermi invitato
su Biovoci. Io e la mia famiglia siamo originari della città di Agrigento in
Sicilia, terra lontana vista da qui, ma che portiamo sempre nel cuore e con cui
non abbiamo mai interrotto il forte legame che ci unisce, ritornandoci sempre almeno
un paio di volte durante l’anno. A volte è il destino che in qualche modo ci
apre delle strade: molti anni fa venni a sapere che un mio vicino di casa di
Agrigento aveva comprato una farmacia a Montoggio, che poi vendette dopo alcuni
anni. Passò dell’altro tempo e successivamente la farmacia venne nuovamente
messa in vendita. Io nel frattempo mi tenni sempre informato, e quando seppi di
questa opportunità, con il supporto del mio commercialista, colsi l’occasione
la comprai. Così iniziò la nostra avventura nell’entroterra ligure dove,
complice forse anche il nostro carattere estroverso ed affettuoso, abbiamo
ricevuto una bellissima accoglienza aperta e sincera, un abbraccio da tutto il
paese che ci ha fatto sentire da subito benvoluti e integrati.
2)
RICCARDO POGGIO
Nel libro si fa cenno a tuo nonno Giovanni, del suo
laboratorio a Racalmuto nel 1950, dove preparava unguenti e farmaci, fra
alambicchi, pipette e bilancino, raccontaci di lui… quanto questa figura ha
influito sulla tua formazione, sul tuo percorso di studi e sulla tua attuale
professione?
GIOVANNI CASULA
Quando mio nonno si fermò dal lavoro io ero ancora piccolo,
avevo 8 anni, quindi non ho potuto seguirlo direttamente durante gli anni in
cui ancora lavorava, ho però potuto passare con lui molto tempo quando era
pensionato. Ricordo bene ad esempio quando studiai con lui chimica. Conservo
tutt’ora i suoi libri e manoscritti. Per me è stato una figura molto
importante, un riferimento che ha influito in maniera significativa sulla mia
formazione, al pari di mio padre, medico, dal quale per “osmosi” ho assorbito
tantissimo nel corso degli anni.
3)
RICCARDO POGGIO
Il settore farmaceutico ha avuto una “industrializzazione”
molto spinta con grandi investimenti nella ricerca, che hanno portato
indubbiamente a risultati scientifici eccezionali e a prodotti sempre più
perfezionati ed efficaci per la salute dell’uomo. In tutto questo, quanto sono
state tenute in considerazione le antiche conoscenze di erboristeria e
fitoterapia faticosamente acquisite da innumerevoli generazioni nel corso di
secoli se non millenni?
GIOVANNI CASULA
Sebbene la farmaceutica moderna possa sembrare in qualche
modo lontana dalle antiche nozioni di erboristeria e fitoterapia, in realtà
queste conoscenze sono alla base di tutto! Senza di esse non saremmo mai potuti
arrivare dove siamo arrivati oggi. Ciò che ci contraddistingue oggi dal passato
è dovuto principalmente all’evoluzione delle analisi, con le quali è stato
possibile “titolare” il principio attivo e dosarlo in modo preciso secondo le
effettive necessità di somministrazione del singolo paziente, apportando un più
elevato livello si sicurezza nei dosaggi, tenendo conto delle interazioni.
Oltre a questo sicuramente oggi c’è senza dubbio una maggiore consapevolezza
del valore delle antiche conoscenze, che, non dimentichiamolo, sono state
raggiunte senza l’ausilio della tecnologia che abbiamo oggi.
4)
RICCARDO POGGIO
Come valuti questi aspetti nella tua professione e come
ritieni si possa coniugare antico e moderno in una sinergica valorizzazione? Come
porti queste tematiche nel tuo lavoro?
GIOVANNI CASULA
Nel mio lavoro faccio proprio questo, nel laboratorio
galenico della mia farmacia riusciamo infatti a realizzare preparati
erboristici che hanno una efficacia affidabile e comparabile ai farmaci,
specificatamente tarati sulla necessità del singolo paziente. Questa attività è
il mio “cavallo di battaglia”: partendo da una lista di piante autorizzate dal
Ministero della Salute, riusciamo ad ottenere prodotti completamente vegetali,
privi di eccipienti, di cui abbiamo una conoscenza al 100% del contenuto.
5)
RICCARDO POGGIO
Proprio su queste tematiche mi collego al libro, dove
troviamo - per ogni scheda - informazioni storiche culturali, curiosità, cenni di
medicina popolare, riferimenti di erboristeria e fitoterapia, di veterinaria e,
non poteva mancare, di cucina. Come è nata l’idea, e come è stato lo sviluppo del
libro? Raccontaci…
GIOVANNI CASULA
L’idea che sta alla base del libro è nata da Giancarlo Ferbri,
che ringrazio per avermi dato l’opportunità di collaborare con lui in questa
pubblicazione. Il mio contributo è stato prevalentemente sulla prima parte del
libro dove raccontiamo, in un ipotetico dialogo con le piante del prato a cui
lasciamo la parola, le quattro regole del “Patentino delle Erbe”. È un omaggio
alla Natura, scritto con una narrazione semplice e diretta. Allo stesso modo
sono state scritte anche le schede, in modo da renderle fluenti e alla portata
di tutti, evitando al minimo riferimenti scientifici troppo tecnici.
6)
RICCARDO POGGIO
Le schede sono davvero tante e tutte molto interessanti, se
tu dovessi scegliere, quali sarebbero le tue due piante preferite e perché?
GIOVANNI CASULA
Ho due piante preferite, che sono l’arnica e il tarassaco.
La prima perché ha moltissimi utilizzi, ed è possibile utilizzarla in forma di
gel, che è molto richiesto. Il tarassaco è pianta depurativa, e per questo mi
piace molto. Ogni pianta è come un laboratorio chimico naturale, ed ognuna di
esse è affascinante! Ricordiamoci sempre che l’antibiotico, che tante vite ha
salvato e salva tuttora, è nato da un fungo! Quello che cerca di fare l’uomo,
anche se non sempre ci riesce, è proprio di imitare le piante, la Natura è per
noi maestra e guida.
7)
RICCARDO POGGIO
Tu e la tua famiglia, nell’ambito della vostra
quotidianità, riuscite a mettere in pratica qualche utilizzo descritto nel
libro? Pensi che sia fattibile riuscirci, nell’ambito delle vite complicate che
conduciamo tutti al giorno d’oggi? Consigli per riuscirci?
GIOVANNI CASULA
Dal punto di vista fitoterapico sconsiglio il fai-da-te con
l’utilizzo di quello che si trova per boschi e per strada, è un ambito delicato
per il quale è sempre meglio rivolgersi al farmacista che pratica la
fitoterapia. Per quanto riguarda le ricette invece, seguendo le indicazioni del
libro, è sicuramente fattibile e curioso. Procurarsi erbe e piante per
realizzare una ricetta presuppone che si vada a cercarle nei prati e nei
boschi, e questo, già di per sé, è qualcosa che ci porta benessere, e pertanto
è tempo ben speso.
8)
RICCARDO POGGIO
Giovanni, pensi in futuro di dedicarti alla stesura di
altre pubblicazioni di questo tipo o simili? Hai già qualche idea?
GIOVANNI CASULA
L’ideatore del primo libro, Giancarlo Ferbri, ha già in
testa il secondo… qualcosa bolle in pentola, piante che vogliono “raccontarsi” ce
ne sono ancora tante, e non escludiamo quindi di dargli voce con una seconda
pubblicazione, visto anche l’interesse suscitato…
9)
RICCARDO POGGIO
Qual è il tuo stile
di vita e il tuo rapporto con l’ambiente e la natura? Cosa ti piace di più dal
punto di vista naturalistico del territorio in cui vivi? La tua escursione
preferita?
GIOVANNI CASULA
Le mie origini sono legate all’ambiente arido e bruciato
dal sole della Sicilia, dove l’elemento naturale dominante è il mare. Qui il
territorio è molto diverso, si sviluppa spesso in valli spesso molto strette
con versanti ripidissimi, ma la cosa che più colpisce chi, come noi arriva da
un ambiente naturale molto spoglio di vegetazione, è trovarsi in questa
notevole abbondanza e varietà di verde, ed è una sensazione molto piacevole! La
mia escursione preferita è il giro del Lago di Val Noci, raggiungibile a pochi
minuti da Montoggio, poco dopo l'abitato di Tre Fontane.
10)
RICCARDO POGGIO
I cambiamenti
climatici per cause antropiche (urgenza su cui BioVoci si è orientato sin dai primi articoli) sono sempre più evidenti, ad esempio in questo
giugno 2025, rovente in tutta Europa, la temperatura superficiale del mar
mediterraneo sta aumentando molto più rapidamente di quanto avessero predetto
tutti i modelli matematici. Ma anche nelle nostre valli dell’entroterra ligure,
come la Valle Scrivia, le differenze rispetto ad alcuni anni fa sono sotto gli
occhi di tutti. Qual è la tua opinione su quello che sta succedendo dal punto
di vista ambientale nel territorio dove vivi e, più in generale sul nostro
pianeta? Che tipo di futuro vedi?
GIOVANNI CASULA
Per quanto riguarda il nostro territorio, la mia
preoccupazione principale è rivolta soprattutto ai rischi idrogeologici proprio
per sua stessa conformazione. Frane e torrenti in piena, possono creare gravi
danni e rischi per la popolazione, pertanto vanno opportunamente monitorati.
Più in generale, penso che la natura si adatti agli impatti dell’uomo
sull’ambiente modificandosi di conseguenza, pertanto sono convinto che l’uomo
abbia tutti gli strumenti e le conoscenze tecniche e scientifiche per far sì invertano
le attuali tendenze climatiche e che la natura ritrovi gli equilibri corretti,
dobbiamo essere ottimisti. È fondamentale in questo educare i giovani, e il
libro vuole proprio valorizzare il territorio facendone conoscere la sua
ricchezza, assolutamente da rispettare per la sua importanza, bellezza e
fragilità.
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