La Giornata internazionale della montagna


L’11 dicembre ricorre la Giornata internazionale della montagna. Mentre il Rapporto ASVIS “ammonisce” l’Italia (lenta verso Agenda 2030, ad oggi raggiunti purtroppo meno della metà degli obiettivi…), personalmente ho celebrato quella data riuscendo, con Luisa Puppo, a concedermi un weekend lontano da Genova, in val Susa, e proprio a Susa, luogo che – sostenibilmente – ho raggiunto in treno (la stazione risultava infatti comodissima sia rispetto all’hotel sia rispetto al centro storico.

Premesso che la cittadina – di cui peraltro avevo letto un gran bene - mi ha ancor più sorpreso in positivo, e da ogni punto di vista (IAT fornitissimo, pulizia delle strade, beni culturali segnalati e raccontati, ristorazione di qualità, tessuto commerciale vivo…), in particolare il Castello della Contessa Adelaide – che “domina” Porta Savoia e la Cattedrale di San Giusto – ospita anche una mostra permanente sul cambiamento climatico, a cura di Luca Mercalli, scienziato che ho avuto il piacere di conoscere e che costantemente apprezzo, per il rigore dei suoi studi, per l’onestà intellettuale, per la veemenza dei suoi richiami. Scienziato che, non a caso, è salito a vivere in montagna, a Oulx.

L’allestimento illustra concretamente – con dati, immagini e mappe – i mutamenti ambientali, che hanno influenzato e continueranno ad influenzare la nostra vita, l’uso del suolo, l’agricoltura, l’urbanizzazione, le nostre quotidianità… L’antropocene sta infatti minacciando la sopravvivenza del Pianeta e l’uomo “qualunque” (non solo i poteri politici ed economici…) pare disinteressarsi all’emergenza, non si sente chiamato in causa.

In montagna, peraltro, dati, immagini e mappe rivelano che ci attenderà via via uno scenario drammatico, meno acqua e pascoli più secchi d’estate, migrazioni di piante e animali che fuggiranno dalle quote minori, alluvioni invernali ed estati siccitose, conflitti per l’utilizzo del bene acqua, degradazione del permafrost e frane, gelate più rare, valanghe di neve fradicia, aumento di zanzare e parassiti, problemi agro-boschivi, incendi, anticipi delle fioriture, maggiori allergie ai pollini, neve quasi assente sotto i 1.500 m e poco “sciabile”, estinzione dei ghiacciai minori, ridotte attrattività turistiche e conseguenti criticità socioeconomiche…

Vi pare poco?
Umberto Curti

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