Sottrarsi, disconnettersi (2^ puntata)

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Sono giunti alcuni – graditi - commenti al mio articolo “Sottrarsi, disconnettersi” recentemente apparso su BioVoci (ecco il link). Opinione più o meno comune è che la dipendenza da web e social che affligge i giovani sia in realtà anche un “prodotto” diretto della dipendenza da web e social che affligge gli adulti, ovvero sovente i genitori di quei giovani… 

Ormai, in effetti, pare che senza smartphone quasi tutto sia impossibile, tanto che va diffondendosi la cosiddetta “nomofobia” (no mobile phobia), la paura incontrollabile di restare disconnessi, di risultare irreperibili sulla rete, di smarrire il portatile, ecc.. Personalmente, grazie al cielo, non ne sono affetto, ho usato web e social media sempre e solo a fini lavorativi (dove posso ritenerli utili), e di fatto non esistono online miei contenuti "privati" (essi restano privati). Riservo ad altri contesti le mie opinioni, rifuggo le risse cafone, presumo che dei miei viaggi al prossimo importi poco, non esibisco alcunché...

Se sintomi e conseguenze di tali mode e "ossessioni" sono molto prevedibili, una cura deve individuare le cause del disturbo, e si tratta spesso di uso compulsivo dei social e delle interazioni, timore di perdere news, di restare esclusi da dispute, scambi ed eventi, di non disporre del portatile inteso (!) come “mezzo” per alleviare le ansie e la solitudine tipiche dei tempi attuali. 

Una cura idonea dovrà in tal senso privilegiare approcci olistici, che incidano sullo stile di vita della persona, momenti terapeutici e di gruppo, pause…, e soprattutto la disponibilità a non negare il problema, bensì ad affrontarlo, al fine di restituire vita reale, significati duraturi e relazionalità dove si sono purtroppo incistati il virtuale, l'effimero e l'isolamento. 

Un paio di decenni fa sarebbe forse ancora parso paradossale, ma viceversa oggi disponiamo ormai di un’immensa, e qualificata saggistica sul tema, evidentemente divenuto sempre più urgente (alcune case editrici, in particolare, hanno pubblicato “allarmi” specifici ed approfonditi). Credo quindi stavolta di cedere subito il campo ad un elenco delle opere a mio avviso migliori (in ordine alfabetico per cognome dell’autore) che ci si può procurare. Come il Lettore intuirà, alcune sin dal titolo propongono anche strategie operative di superamento delle forme patologiche più ricorrenti. Buona lettura! E fatemi giungere le vostre opinioni.

Adam Alter, Irresistibile. Come dire no alla schiavitù della tecnologia, ed. Giunti

Anna Civita, Un malessere sociale: la dipendenza da internet, ed. Franco Angeli

Franco Del Moro, I 3 veleni dell’anima…, ed. Ellin Selae

Maurizio Fea, Spegni quel cellulare, ed. Carocci

Antonio Valerio Ferrero, Inattivi digitali. L’educazione digitale su internet per ragazzi e adulti. Un manuale per tutti, ed. BBEuropaedizioni

Cesare Guerreschi, Nomofobia, esiste un mondo oltre lo smartphone?, ed. CG Editor

Giuseppe Lavenia, Le dipendenze tecnologiche. Valutazione, diagnosi e cura, ed. Giunti

Marc Masip, Disconnessi e felici. Riconoscere la dipendenza da internet e da cellulare, ed. Il punto d’incontro

Salvo Orto, Nomofobia, ed. Kimerik

Roberto Pani-Roberta Biolcati, Le dipendenze senza droghe. Lo shopping compulsivo, internet e il gioco d’azzardo, ed. UTET

Ruby Aban Perez, Il prezzo della dipendenza da internet, ed. Edizioni Sapienza

Raffaella Perrella-Giorgio Caviglia, Dipendenze da internet, ed. Maggioli

Guillaume Pitron, Inferno digitale. Perché internet, smartphone e social network stanno distruggendo il nostro pianeta, ed. LUISS University press

Pietro Scurti, Internet addiction disorder, ed. Franco Angeli

Manfred Spitzer, Emergenza smartphone, ed. Corbaccio

Riccardo Tennenini, Schiavi digitali, ed. Passaggio al bosco

Federico Tonioni, Psicopatologia web-mediata, ed. Springer.

Umberto Curti, BioVoci

  

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