Sottrarsi, disconnettersi (2^ puntata)
Photo credits: Unsplash |
Sono giunti alcuni – graditi - commenti al mio articolo “Sottrarsi, disconnettersi” recentemente apparso su BioVoci (ecco il link). Opinione più o meno comune è che la dipendenza da web e social che affligge i giovani sia in realtà anche un “prodotto” diretto della dipendenza da web e social che affligge gli adulti, ovvero sovente i genitori di quei giovani…
Ormai, in effetti, pare che senza smartphone quasi tutto sia impossibile, tanto che va diffondendosi la cosiddetta “nomofobia” (no mobile phobia), la paura incontrollabile di restare disconnessi, di risultare irreperibili sulla rete, di smarrire il portatile, ecc.. Personalmente, grazie al cielo, non ne sono affetto, ho usato web e social media sempre e solo a fini lavorativi (dove posso ritenerli utili), e di fatto non esistono online miei contenuti "privati" (essi restano privati). Riservo ad altri contesti le mie opinioni, rifuggo le risse cafone, presumo che dei miei viaggi al prossimo importi poco, non esibisco alcunché...
Se sintomi e conseguenze di tali mode e "ossessioni" sono molto prevedibili, una cura deve individuare le cause del disturbo, e si tratta spesso di uso compulsivo dei social e delle interazioni, timore di perdere news, di restare esclusi da dispute, scambi ed eventi, di non disporre del portatile inteso (!) come “mezzo” per alleviare le ansie e la solitudine tipiche dei tempi attuali.
Una cura idonea dovrà in tal senso privilegiare approcci olistici, che incidano sullo stile di vita della persona, momenti terapeutici e di gruppo, pause…, e soprattutto la disponibilità a non negare il problema, bensì ad affrontarlo, al fine di restituire vita reale, significati duraturi e relazionalità dove si sono purtroppo incistati il virtuale, l'effimero e l'isolamento.
Un paio di
decenni fa sarebbe forse ancora parso paradossale, ma viceversa oggi disponiamo
ormai di un’immensa, e qualificata saggistica sul tema, evidentemente divenuto sempre
più urgente (alcune case editrici, in particolare, hanno pubblicato “allarmi”
specifici ed approfonditi). Credo quindi stavolta di cedere subito il campo ad un
elenco delle opere a mio avviso migliori (in ordine alfabetico per cognome
dell’autore) che ci si può procurare. Come il Lettore intuirà, alcune sin dal titolo propongono
anche strategie operative di superamento delle forme patologiche più
ricorrenti. Buona lettura! E fatemi giungere le vostre opinioni.
Adam Alter, Irresistibile. Come dire
no alla schiavitù della tecnologia, ed. Giunti
Anna Civita, Un malessere
sociale: la dipendenza da internet, ed. Franco Angeli
Franco Del Moro, I 3 veleni dell’anima…,
ed. Ellin Selae
Maurizio Fea, Spegni quel
cellulare, ed. Carocci
Antonio Valerio Ferrero, Inattivi
digitali. L’educazione digitale su internet per ragazzi e adulti. Un manuale per
tutti, ed. BBEuropaedizioni
Cesare Guerreschi, Nomofobia,
esiste un mondo oltre lo smartphone?, ed. CG Editor
Giuseppe Lavenia, Le dipendenze
tecnologiche. Valutazione, diagnosi e cura, ed. Giunti
Marc Masip, Disconnessi e felici.
Riconoscere la dipendenza da internet e da cellulare, ed. Il punto d’incontro
Salvo Orto, Nomofobia, ed.
Kimerik
Roberto Pani-Roberta Biolcati, Le
dipendenze senza droghe. Lo shopping compulsivo, internet e il gioco d’azzardo,
ed. UTET
Ruby Aban Perez, Il prezzo della
dipendenza da internet, ed. Edizioni Sapienza
Raffaella Perrella-Giorgio
Caviglia, Dipendenze da internet, ed. Maggioli
Guillaume Pitron, Inferno
digitale. Perché internet, smartphone e social network stanno distruggendo il
nostro pianeta, ed. LUISS University press
Pietro Scurti, Internet addiction
disorder, ed. Franco Angeli
Manfred Spitzer, Emergenza
smartphone, ed. Corbaccio
Riccardo Tennenini, Schiavi
digitali, ed. Passaggio al bosco
Federico Tonioni, Psicopatologia
web-mediata, ed. Springer.
Umberto Curti, BioVoci
Commenti
Posta un commento