Trenino di Casella... A bordo, si parte!
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il trenino di casella |
Il primo di settembre dell’anno domini 1929 un treno a scartamento ridotto (distanza fra le rotaie 1 metro), a binario unico e a trazione elettrica, cominciò i collegamenti fra la città di Genova e la piccola località campestre di Casella, in Valle Scrivia.
La
stazione di partenza, ubicata presso la centrale Piazza Manin e “dominata” dal
neogotico Castello McKenzie (cui l’architetto Gino Coppedé dedicò dieci anni di
lavoro), fu presa d’assalto da una folla curiosa ed entusiasta. La stazione
d’arrivo, inizialmente ubicata fuori Casella, approda oggi in centro paese,
dove spicca il bel palazzo dei Fieschi di Savignone (si noti l’aquila
imperiale), che de facto controllarono l’abitato sino al 1797. Peraltro, la
ferrovia avrebbe dovuto originariamente proseguire sino a Piacenza, via
Torriglia e Val Trebbia, progetto poi – purtroppo - accantonato.
Il
trenino completava (e tuttora completa) in circa un’ora, fra pendenze
mozzafiato, un tragitto di circa 25 km, “unendo” tre valli in successione, la Val
Bisagno, la Val Polcevera ed infine – appunto – la Valle Scrivia.
Il
viaggio, attraverso i finestrini, era ed è una successione di ardite gallerie,
viadotti, ponti e passaggi a livello, mentre il panorama muta di continuo:
fortificazioni (tra cui Forte Diamante), antichi acquedotti, boschi, orti,
campanili, architetture rurali in pietra, reminiscenze romane (la Via Postumia)…
Talora è possibile avvistare fauna significativa; benché Sant’Olcese, prelato
normanno del V secolo in fuga dalla Gallia, avesse domato addirittura un orso
(leggenda che lo accomuna a San Colombano di Bobbio), oggi si possono ammirare
soprattutto - più rassicuranti - scoiattoli,
lepri, donnole, faine, ricci, tassi, volpi.
Nei
weekend il trenino rappresenta da sempre un eccellente pretesto per gite,
picnic e scampagnate fuori porta, la primavera propone i colori delle
fioriture, l’estate un po’ di refrigerio rispetto alla calura cittadina,
l’autunno le deliziose ritualità dei funghi e delle caldarroste, l’inverno
l’atmosfera natalizia talora coi paesaggi innevati. Fra un’escursione e l’altra
sul territorio abbondano le buone trattorie, i salumi (a grana grossa e breve
stagionatura), i caseifici. L’area è rinomata anche per il miele, i
canestrelli, le patate di qualità, il vino bianco…
Oggi
che il turismo invoca esperienze (il come più che il dove), trekkers e bikers
praticano itinerari arricchiti da soste culturali, folklore e buone soste
gastronomiche. Il trenino è degno partner dei loro desideri, sui convogli si
possono infatti caricare le biciclette (info sul sito web) ed inoltre, in
alcune specifiche ricorrenze, viaggiano deliziose vetture d’epoca di sapore
liberty, con arredi lignei e romantiche abat-jour.
Agli amici di BioVoci suggerisco dunque in lettura, tra le tante opzioni disponibili circa questo vettore "sostenibile", P. Giardelli (a cura di), In treno da Genova a Casella, ed. Sagep, Genova, 1993.
Umberto Curti BioVoci
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