Gallesio, chi era costui

Giorgio Gallesio è stato un botanico, di Finalborgo (SV), vissuto a cavallo dei XVIII e XIX secolo (1772-1839), che oggi riposa tra gli illustri nel chiostro della Basilica di Santa Croce in Firenze. Una targa lo commemora sulla facciata della casa natale. Importante funzionario napoleonico, poi brevemente della Repubblica genovese presieduta da Girolamo Serra, infine sabaudo, pur svolgendo differenti mansioni pubbliche non cessò mai di coltivare i propri più autentici interessi “privati”, la genetica botanica, l’agricoltura, la pomologia ( = descrizione dei frutti)… Il suo maggior lascito (ma fu scrittore prolifico*) è certamente la meticolosa "Pomona Italiana", fatica editoriale senza precedenti per l'Italia d’allora, una terra ancora tanto lacerata politicamente e quindi nazione tutta da edificare. L’opera venne edita necessariamente lungo un arco di tempo di 22 anni, dal 1817 alla morte di Gallesio, 1839, e meritò immediati consensi a livello internazionale… Costituì, si può dire, la sua missione, fino alla morte. Bellissima dal punto di vista iconografico, propone testi sintetici ma contenutisticamente completi, e testimonia la stagione storica che via via “trasferì” la botanica tradizionale verso posizioni linneane (Linneo era morto nel 1778). Un occhio di riguardo fu per la Toscana, grazie alla ricchezza dei suoi frutteti, alla presenza di ottimi disegnatori, e al contributo di tanti appassionati.
* il "Traité du citrus" uscì a Parigi nel 1811, dedicato a Chabrol

Umberto Curti        BioVoci

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